Ebbene si, ieri durante il 3° Summit Horeca presso la sede del Sole 24 ore a Milano, Marian Beke e Luca Cinalli hanno dato dimostrazione a tutta l’Italia “del settore” come 2 Bartender, ovviamente non principianti, con tanta ricerca e passione possano portare alle stelle un’ attività con soli 2 anni di vita; ieri infatti cadeva in contemporanea il secondo compleanno del locale. Il Nightjar si è classificato 3° tra i migliori 50 bar al Mondo, classifica di www.drinksint.com.

Vi chiederete voi come abbiano fatto, beh la ricetta è tutt’altro che semplice ma è il più forte esempio di successo meritocratico alla portata di tutti che abbia visto negli ultimi anni. Nightjar prende il nome dall’omonimo uccellino australiano con abitudini crepuscolari e notturne, si riposa di giorno e vive di notte, come i due bartender che dirigono il posto, anche se loro già dal primo pomeriggio preparano tutte quelle miscele, infusi, bitter e altre magie rigorosamente home made che verranno poi servite la sera.

La loro offerta non è solo ampia e ricercata con drink che risalgono dal proibizionismo ai giorni nostri ma è decisamente personalizzata: ogni drink che arriva al banco è un’opera d’arte, sono tutti buoni e con gusto bilanciato come si deve a dei professionisti e ti viene da ordinarne un altro solo per vedere come esce e viene presentato.

Marian, il Bar Manager, e  Luca Cinalli  hanno un’attenzione direi maniacale per la presentazione dei loro drink. Ricercatezza nei prodotti, nelle decorazioni, fantasia nella presentazione; dal bicchiere che può essere un vaso o addirittura lo shaker stesso alla cannuccia che può essere commestibile o in acciaio. Ci mettono cuore in ogni drink.

Per loro ogni drink è interpretazione, sembra non gli interessi che le ricette classiche siano quelle e basta: loro prendono un Negroni, lo stravolgono e lo ripresentano a modo loro, questo insieme al loro stile di lavoro quasi ipnotizzante dalle movenze originali danno al Nightjar forte personalità nel servizio.

A chiudere la ricetta del nightjar c’è l’ambientazione. Innanzitutto se non prenoti non entri, e questo fa cool almeno a  Londra.  Sembra un club anni 50, al suo interno cimeli di ogni tipo risalenti al proibizionismo e un ambiente che è un misto tra Speakeasy e Club Londinese. 80-100 metri quadri al massimo e 50 posti a sedere circa, 4 metri quadri dedicati a chi deve suonare dove i musicisti devono inventarsi per farci stare tutto ma è questo il bello; chi suona è con te, non è la star su un palco.

Poco spazio di altissima qualità,due alchimisti al banco e intrattenimento musicale. Sei tu al centro del locale, è tutto li per te che sei il cliente. Esci che 12 pound a drink ti son sembrati pochi, e se ne hai bevuto solo uno ti senti in colpa..

(Marco Cosenza)

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